Dovrebbe essere sempre Natale?

Se ora fossi a Bali cercherei un caffè con sedute comode, cuscini morbidi e un buon caffè, mi siederei a un tavolino a gambe incrociate e mi metterei a leggere. O a scrivere.


È il 21 dicembre, venerdì sera, l’ultimo prima di Natale. La città frigge di gente che si incontra, cene, aperitivi, regali incartati di rosso.

Torno a casa e sento, dopo tanto tempo, il desiderio insistente di scrivere. Di immergermi in un flusso dove il resto non esiste. Il freddo, il primo giorno di ferie, i messaggi, i pianti dei bambini. Lo accolgo, non vorrei mai che se ne andasse come è successo in questi ultimi mesi e sparisse per sempre. Ah le paure, quanto sono irrazionali, a volte.

Faccio quello che avrei fatto in questo giorno in una delle tante città lontane dove ho passato le feste negli ultimi anni.

Esco di casa, cerco un caffè non troppo lontano, ordino da bere. Sollevo lo schermo con la mela, cerco una presa e mi connetto al wifi. Apro un foglio bianco, mi immergo nel vuoto della pagina. Alzo gli occhi, guardo quello che succede attorno a me come stessi guardando un film dalla vetrina di un negozio di televisori. Presente, ma assente. Lì, ma altrove. Sola, ma in compagnia di mille immagini.

Dovrebbe essere sempre Natale mi ha detto oggi un amico, in origine il consulente che mi ha visto aprire il mio primo (e spero unico mutuo) trentennale, mettere da parte i miei primi 50 euro, ridurmi come un mocho (lo dice lui) dopo la fine di una storia importante, contestare la mia decisione di disinvestire i miei soldi per andare a Bali e finire per dirmi, qualche anno dopo, compra quel di biglietto e vai Baaali ora!

E mentre aspetto di comprarlo di nuovo quel biglietto, mi sento un po’ come fossi già lì, anche se sono in via Madonna del Mare, fa freddo e i bambini italiani fanno tanto casino.


Sono uscita di casa perché sì, ho bisogno di scrivere che sì, forse potrebbe essere sempre Natale.

Se per Natale intendi che troverai il tempo per incontrare gli amici, per mangiare bene e indugiare sul divano;

se deciderai di andare al cinema, trattarti bene e regalare alle persone accanto a te un pensiero gentile, e a te stesso il tempo per sceglierlo;

se in questi giorni ti darai il permesso di tornare bambino. Di lavorare fino a tardi, ma poi staccare e dedicarti alla tua famiglia.

Se Natale vuol dire accendere le candele, spargere profumo di pino e cannella e mangiare una fetta di pandoro, tanto poi al resto ci penserai domani;

se ti senti di festeggiare come va a te e di non adeguarti a sorrisi, cene e vestiti di circostanza che non ti vanno.

Se Natale vuol dire prepara cibi caldi, cucinati lentamente, oziare sotto una coperta e scrivere un biglietto d’amore; tenere la tua casa ordinata e pulita, offrire un dolce a chi entra ed emozionarti davanti alle lucette che pulsano; 

se hai smesso di comprare ossessivamente e opti per rifugiarti in casa e goderti quello che hai; se i tuoi colleghi, quelli della festa in cui ti ubriachi, li stimi davvero;

se Natale significa occuparti di chi ha di meno di te, senza dimenticarti di quel dono che desideravi da tanto.

E se per una volta ti permetti di sognare un po’ e di credere che anche il tuo desiderio più grande si può realizzare, allora sì, mi auguro che sia sempre Natale.

Vuoi raccontarmi come sarebbe il tuo “ogni giorno Natale”? Lo leggerò con piacere in questi giorni di festa. Intanto, tanti auguri.

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    • Cara Streghetta,
      allora il tuo Natale è proprio bello, se è quello che mi sono immaginata per filo e per segno in quella sera!

      Scherzi a parte, io ho imparato che ci può essere un po’ di magia ogni giorno se sai dove guardare e mi sembra di capire che ci sei riuscita anche tu.

      Che sia un Natale magico e come piace a te!