Davanti alle cose che non vogliamo fare, si attivano nel nostro cervello le stesse aree associate al dolore. Per questo facciamo tutto il possibile per distrarci e fare altro. Ma la vecchia tecnica del pomodoro ti viene in aiuto per smettere di rimandare.
Mancano ancora dieci minuti al prossimo drin. Sarà il terzo della mattinata. Non lo avrei detto, ma il ticchettio del timer da cucina mi aiuta a restare concentrata.
Fra poco mi alzerò per allungare il collo e bere un caffè. Ma intanto, una parte del lavoro sarà fatta e questo post sarà finito.
Conosco la tecnica del pomodoro da almeno cinque o sei anni se non di più. Avevo anche provato ad usarla in ufficio una volta, con risultati davvero scarsi. È proprio in quell’occasione che mi ero resa conto che il numero di interruzioni che subivo in soli venticinque minuti, tra telefono fisso, cellulare, notifiche e persone che arrivavano alla mia scrivania, era enorme. E l’uso dei social non era così integrato nelle routine lavorative.
Non poteva essere lavoro. Forse risolvere problemi. Spegnere incendi. Aiutare un collega in difficoltà. Per me, in ogni caso, assomigliava a sentirmi un criceto in una ruota, che gira senza produrre niente. Non propriamente quello che si dice un lavoro soddisfacente, ecco.
Quella volta quindi, la tecnica del pomodoro non sortì risultati oltre alla frustrazione. E la abbandoni rapidamente.
Cos’è la tecnica del pomodoro
Questa strategia per gestire il tempo consiste nel settare un timer di venticinque minuti per lavorare concentrato, senza lasciarsi toccare da nessuna distrazione durante quel lasso di tempo. Alla fine dei venticinque minuti, che vengono chiamati pomodori per la forma del timer che usò l’ideatore del metodo, puoi fare una pausa breve. Tipo bere un caffè, o fare due minuti di stretching.
Quattro pomodori di seguito danno diritto a una pausa lunga, di circa 15-20 minuti.
Non voglio entrare nel dettaglio di questo metodo come tecnica di gestione del tempo, ma è chiaro che nella tecnica del pomodoro, così come è stata perfezionata, gli slot di tempo da dedicare a un’attività non sono casuali, ma devono servire a portare a termine quello che avevi pianificato per la tua giornata lavorativa. Il metodo quindi, funziona se, una volta rodato il sistema, fai delle previsioni e cerchi di rispettarle.
Se c’è una differenza tra il numero di “pomodori” che avevi ipotizzato per finire le tue attività, rispetto a quello che realmente sei riuscito a portare a termine, c’è qualcosa che non funziona nel tuo sistema di pianificazione e devi capire dove sbagli.
Per fare un esempio pratico, se penso che mi serviranno tre slot per scrivere e completare un post e uno slot per rispondere alle mail, ma alla fine dei quattro slot il post non è finito e non ho ancora cominciato a sbrigare la posta in arrivo, ho sottostimato il tempo necessario per finire il mio lavoro. Oppure, strada facendo, ho incontrato qualche difficoltà imprevista.
Come ti dicevo però, non mi interessa tanto insegnarti la tecnica in sé, quanto piuttosto raccontarti come ho scoperto che questo metodo è un ottimo antidoto contro la procrastinazione.
Procrastinare è normale?
Sembra che tutti abbiamo problemi con la procrastinazione. Per alcuni però, la situazione è più difficile da risolvere che per altri. Cos’è quindi che ci spinge a rimandare sistematicamente alcune delle cose presenti nella nostra to do list?
Quando ti avvicini a qualcosa che sai che dovresti fare, ma non vorresti, sembra che si attivino nel tuo cervello le stesse aree associate al dolore. È per questo che il tuo cervello, comprensibilmente, fa di tutto per interrompere quello stimolo negativo, spostando la sua attenzione su qualcos’altro.
Ecco perché davanti alla lista di preventivi da mandare ti distrai, vai in bagno, ti viene voglia di prendere un caffè e di dare una sbirciatina ai social. O perché rimandi la telefonata al dentista da mesi. Ti rivolgi a qualcosa di più piacevole per allontanare quella situazione di disagio e, momentaneamente, ti senti meglio. Sì, è normale.
C’è però anche una buona notizia. Gli studi fatti in questo campo dimostrano che poco dopo aver cominciato l’attività che ci creava malessere, il nostro “neurodisagio” sparisce. Basta davvero qualche minuto. Quello che ci serve dunque, è solo un modo per iniziare.
Ecco perché se hai problemi con la procrastinazione, i venticinque minuti della tecnica del pomodoro sono perfetti. Il tempo da dedicare a un’attività che percepiamo come spiacevole è breve, solo 25 minuti. C’è un segnale di inizio chiaro (faccio girare il timer) e so che alla fine ci sarà una pausa che mi garantisce una gratificazione e permetterà al mio cervello di staccare da quella modalità di pensiero concentrata.
Inoltre, una volta terminato il primo slot, la soddisfazione per aver affrontato quell’attività ostica farà sì che la nostra motivazione aumenti e ci spingerà a cominciare subito con un altro slot.
Se soffri di procrastinazione cronica quindi, devi solo trovare un modo per cominciare. Prova a farlo appena puoi con il supporto di un timer. Puoi usare quello dello smartphone certo, ed esistono varie app che puoi scaricare. Ma credimi. Il ticchettio del vecchio timer da cucina ha un ottimo effetto sulla concentrazione.
Se invece la gestione del tempo è un argomento che ti affligge ci possiamo lavorare assieme. Ritrova il tuo tempo è un percorso di efficacia personale per organizzare le tue giornate, lavorare efficacemente e ritrovare il tempo per te.