Un’immagine curata? 10 errori da evitare.

Quello che indossiamo definisce solo in parte la nostra immagine. Ci sono altri dettagli da considerare, che vanno oltre quello che scegliamo dal nostro guardaroba e con quanta cura trattiamo i nostri capi.

Se eviti questi dieci errori dai di te un’immagine curata e positiva, nella vita come nel lavoro.

Barba e capelli.

Capelli rovinati o poco puliti, barba sfatta, ricrescita della tinta evidente. Peli sul collo o un taglio che ha perso la forma. I capelli in disordine sono il primo segno di trascuratezza che penalizza la tua immagine. Questo non vuol dire passare la vita dal parrucchiere, ma decidere quali sono i nostri standard e rispettarli sempre.

Smaccatamente finto.

Unghie ispessite dal gel, extension, ciglia finte, sopracciglia tatuate. Quando quello che dovrebbe essere un piccolo segreto di bellezza diventa smaccatamente finto, perde ogni fascino. Penso che le mani vadano tenute con cura, lo dicevo proprio qui. Credo che che i capelli lucidi e folti siano simbolo di forza e seduzione e che gli occhi siano lo specchio dell’anima. Ma credo anche che la vera bellezza sia tirar fuori ciò che di bello abbiamo e imparare a valorizzarlo, senza aggiungerci orpelli posticci.

Sopracciglia stravolte.

L’arco sopracciliare incornicia il nostro sguardo ed è responsabile dell’espressività del viso. La differenza tra tenere le sopracciglia in ordine e cambiare il loro disegno, in nome delle mode o per imitare qualcuno che ci piace è enorme. Non stravolgere mai la forma delle tue sopracciglia e non depilarle senza sapere in che zone intervenire e come.

Le pinze per capelli.

Esistono mille modi per fissare i capelli. Mollette, fermagli alla francese, elastici, bastoncini di legno, nastri, turbanti, fasce e cerchietti. I mollettoni che pinzano i capelli saranno anche comodi, ma sono davvero antiestetici. Mi fanno sempre pensare a qualcuno che aveva caldo e si è messo la prima cosa che ha trovato. Non lasciarli mai uscire dal bagno.

Biancheria a vista.

Non solo sotto a gonne e  pantaloni bianchi o fascianti, ma anche con canottiere e top sotto ai quali il reggiseno stringe troppo e lascia fuoriuscire antiestetici cuscinetti. La biancheria che si vede fa disordine anche se indossi l’abito più ricercato. Ma anche le spalline del reggiseno a vista o l’elastico dei boxer che spunta dai jeans. L’intimo che esce dai vestiti non è mai un segno di cura di sé. Men che meno se si tratta di bretelle di plastica o color carne, caratteristiche che non le rendono invisibili per magia, al contrario. Un reggiseno a vista funziona in tre casi: sotto un tessuto leggermente trasparente, ma solo se si tratta di un modello strutturato e lineare, quando una camicia aperta ne lascia intravedere i bordi o in camera da letto, quando te lo puoi godere al massimo, da solo o in compagnia.

Troppo tutto.

Vestiti troppo corti, troppo stretti, troppo scollati. Uomini con le spalle sbracciate. Tacchi così alti da farti barcollare. Il confine tra buono e cattivo gusto è spesso un’ impercettibile questione di centimetri (anche quando gli orli di pantaloni e giacche non sono fatti), che rendono gonne, pantaloncini e magliette ridicoli. Tutti abbiamo delle belle parti del corpo da valorizzare, è importante riconoscerle e puntare su quelle, senza per forza strizzarle in qualcosa che non lascia spazio all’immaginazione.

La borsa grande di sera.

Può capitare di uscire direttamente dal lavoro per andare a cena senza passare a cambiarsi, ma la borsa è uno di quelli accessori che andrebbe cambiato (spesso basta tenere una piccola pochette dentro a una shopper e usare quella). La borsa di dimensioni esagerate, utile per stare fuori tutto il giorno e non farsi mancare niente, rende subito fuori luogo anche l’abbigliamento più curato.

Il tempo libero in ufficio.

Spalle scoperte, felpe da palestra, personaggi dei fumetti e piedi troppo nudi. E che dire del glitter sparpagliato ovunque come polvere di stelle? Ogni luogo ha dei codici che vanno seguiti, ma il posto dove lavoriamo va rispettato più di ogni altro, anche per dare risalto alla tua professionalità. Oggi si è molto più liberi di vestirsi come ci piace, anche sul luogo di lavoro, ma più capi di quelli che pensi danno di te un’immagine poco rassicurante. Quindi no, non puoi indossare quello che vuoi in ufficio. I tessuti tecnici, le paillets, le magliette con i sette nani e i leggings, ma anche le scarpe da trekking o le hawaianas e le spalle scoperte non possono entrare in ufficio, in negozio o nel tuo ristorante. Creare una uniform, una sorta di divisa lavorativa che ti rende memorabile e sempre in ordine, ti fa risparmiare tempo e soldi e ti aiuta nella tua carriera. Qui c’è il percorso che ti guida a farlo.

Non dosare gli accessori.

Troppi complementi o troppo pochi. Anche l’accessorio, come gli abiti, serve a valorizzarti e a catalizzare l’attenzione su un punto del tuo corpo. Troppi accessori tutti assieme distolgono l’attenzione e ti fanno sembrare un albero di Natale. È vero però anche il contrario. Ai pantaloni con passati senza cintura per esempio, sembra che manchi qualcosa, mentre un abito minimal senza una bella collana rischia di diventare misero.

Flip flop.

Le infradito nascono per il mare e la piscina e da lì non devono uscire. Non si indossano al di fuori della spiaggia, senza nessuna deroga, le ciabatte di plastica in città, sono un flop assicurato, anche se sei appena tornato dal mare. Oltre alle flip flop in ogni caso, è a qualsiasi modello a ciabatta (anche mules o sabot) che dobbiamo prestare attenzione; spingono chiunque le indossi, uomini e donne, a sciabattare anche in strada e ad assumere un’andatura poco elegante.

Anche la tua immagine è una cosa che si può cambiare e farlo va ben l’oltre l’esteriorità. Quando lavoriamo sul nostri aspetto e sulla percezione che abbiamo di noi, mandiamo segnali importanti alla nostra mente, a cui arriva il messaggio che ci meritiamo il meglio e che siamo persone di valore. Una volta arrivato a noi, questo sarà anche il messaggio che gli altri percepiranno standoci vicino. Le strategie per prenderci cura di noi e cambiare quello che non ci piace della nostra vita sono molte.

Se vuoi conoscere tutte quelle che puoi mettere in pratica per una vita e un lavoro in cui riconoscerti leggimi nella Dream Planning Mail, la mia newsletter che scrivo una volta al mese, due solo se ho qualcosa che vale la pena dire.

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