Avere un tetto sopra la testa e un lavoro che ci mantiene. Soldi a sufficienza e una famiglia o degli amici. Avere all’apparenza tutto e accorgersi di non essere felici.
Se senti che manca qualcosa anche quando se ti guardi da fuori, hai tutto quello che ti serve, prenditi un momento per capirti. Che i tuoi bisogni fisiologici e sociali siano soddisfatti, non vuol dire che lo siano anche quelli legati alla tua realizzazione personale. Quando successe a me mi aiutarono questi cinque esercizi di coaching.
1. Scrivere le promesse che avevo fatto a me stessa e non avevo mantenuto.
- Volevo essere innamorata della vita (e in quel momento non mi piaceva affatto)
- Volevo avere più tempo per me (ma non facevo altro che lavorare)
- Desideravo un po’ di calma (e invece arrivato trafelata ad ogni appuntamento, ero sempre in ritardo, non riuscivo mai a passare per casa a cambiarmi se dovevo uscire per cena, arrivavo di corsa dall’ufficio, con la borsa stracolma e il pc sempre con me, anche quando ero dall’estetista)
- Avevo bisogno di prendermi cura della mia relazione (ma quando che da lunedì a venerdì era un giorno unico e il sabato e la domenica servivano per riposarsi?)
- Mi sarebbe piaciuto fare sport
- Volevo ascoltarmi di più, ma non sapevo come fare
- Mi ero detta che sarei ritornare a leggere come una volta (ma ero sempre molto troppo stanca).
- Volevo seguire i miei interessi (ma in quel momento non ne avevo)
- Mi sarebbe piaciuto avere sempre mani in ordine (e invece per lo stress non facevo altro che mordere le mie pellicine fino a farle sanguinare)
2. Scrivere delle nuove promesse che volevo fare a me stessa, che avessero a che fare con il desiderio e non con il senso del dovere.
- Volevo godermi la vita, l’unica che avevo e che mi sembrava stesse scivolando via come sabbia.
- Volevo apprezzare quello che avevo oppure essere onesta e decidere che non lo volevo più.
- Non volevo soffrire per situazioni lavorative conflittuali che non dipendevano da me.
- Volevo imparare a seguire quello che il mio cuore mi stava indicando.
[Se fai fatica a desiderare leggi questo post e anche questo.]
3. Indagare cosa stava bloccando la mia felicità, passando in rassegna i blocca bliss, come li chiamava la mia coach.
A ogni voce di questa lista diedi un voto da 1 a 10 per capire quanto mi stava rendendo infelice.
- Volere quello che non si può avere
- Non volere quello che si ha
- Guardare al mondo con ostilità
- Pensare che la vita è dura
- Resistere a tutto pur di non cambiare
- Credere che l’unica soluzione sia il denaro
- Credere di essere sfortunati
- Credere che le cose non miglioreranno mai
- Essere esausti
- Non mangiare bene
- Non ascoltare il proprio corpo
- Continuare a trovarsi difetti
- Pensare di non avere la possibilità di un futuro felice, amorevole, appagante
- Non sapere chi sei
- Non sapere chi e cosa ami
- Non riconoscere dipendenze gravi
- Pensare solo al lavoro
- Mancanza di sense of humor
- Pensare che il mondo crollerà senza di te
- Non riuscire a dire di no
- Il bisogno di piacere a tutti i costi
- Entrare in competizione con tutti
- Avere il bisogno di avere sempre ragione
- Sentirsi superiore agli altri
- Non fidarsi delle proprie intuizioni
- Non seguire i propri sogni, pensando che i dubbi degli altri siano meglio delle proprie idee
- Promettere qualcosa che non riusciamo a mantenere
- Promettere una cosa solo per terminare una discussione
- Essere sempre tesi
- Confondere l’affaticamento con la pigrizia
- Rimandare
- Essere impazienti
- Non avere tempo
- Essere sempre in ritardo
- Vivere nel disordine
- Rimanere in una relazione sentimentale inappagante
- Pensare in scarsità
- Non avere fiducia
- Non avere curiosità
- Non provare gratitudine
- Non provare meraviglia per la vita
[Tanti di questi blocchi con il tempo si sono trasformati in positivo e sono diventati miei 11 passi per una vita più felice.]
4. Trovare nuovi e personali ostacoli alla felicità aggiungendone altri alla lista di mio proprio pugno:
- Cercare la perfezione
- Farsi bloccare dalla paura di sbagliare
- Sentirsi giudicati dagli altri
- Volere sempre qualcosa in più di quello che sia ha o si è raggiunto
- Prendersi impegni che non si riescono a rispettare
- Non mantenere la parola data
- Dire una cosa e poi non farla
- Non riuscire a comunicare con chiarezza i miei bisogni
5. Scrivere una lista di azioni concrete che avrei voluto fare ma per le quali non trovavo mai il tempo.
In quel caso si trattava di:
- Fare un corso di fotografia
- Leggere un nuovo romanzo
- Invitare a cena gli amici e cucinare per loro
- Fare un week-end fuori porta
- Vivere la città nei giorni infrasettimanali
- Non avere niente da fare, nessun impegno da rispettare
- Andare al cinema
Questi cinque esercizi mi diedero la spinta per cambiare ogni spicchio della mia vita, un passo alla volta. Grazie al corso di fotografia al quale mi iscrissi, avevo un impegno da rispettare. Arrivavo puntuale, perché uscivo dall’ufficio all’ora giusta. La fotografia diventò un mio grande hobby. Mi accorsi che avere una passione mi aiutava ad apprezzare di più quello che avevo, e paradossalmente ero meno stanca. In più fare foto mi piaceva, stavo imparando ad ascoltami, ed ero anche brava, cosa che mi aiutò ad avere fiducia nelle mie capacità extra lavorative e ad essere più creativa al lavoro.
Insomma, si era creato un circolo virtuoso. Ogni piccolo risultato mi provocava soddisfazione e orgoglio, che diventavano carburante per compiere il passo successivo con energia. Certo non bastarono solo 5 esercizi di coaching, ma fu l’inizio per imparare a farmi le domande giuste, per trovare le risposte di cui avevo bisogno. Credo che molti dei miei percorsi siano nati nella mia testa da quel momento.
Continuo a farmi domande e studiare strategie che anche tu puoi mettere in pratica per una vita e un lavoro in cui riconoscerti ogni giorno. Le mando con la mia Dream Planning Mail, una volta al mese, due se ho qualcosa di importante da dire.